(9 novembre 1993) - Corriere della Sera
Vertice in prefettura dopo l' attentato a Villa Tittoni: maturata la convinzione che dietro l' incendio appiccato l' altra notte ci sia una strategia intimidatoria di stampo mafioso.
DESIO . E adesso Desio ha paura. Se i vari "avvertimenti" che, negli ultimi tempi, hanno avuto come bersaglio uomini politici e funzionari del Comune potevano essere considerati come atti isolati, l' attentato dell' altra notte a Villa Tittoni ha fatto maturare la convinzione che dietro questa catena di episodi ci sia una comune e precisa strategia intimidatoria. Quella, cioe' , di un gruppo di malavitosi decisi a mettere le mani sulla citta' , pilotando le scelte legate al "mattone".
Da 17 anni le varie amministrazioni non riescono a condurre in porto il piano regolatore. Ed e' proprio sui giganteschi interessi che ruotano attorno all' urbanistica che potrebbero celarsi gli intrecci tra mafia e affari. Un' ipotesi realistica: l' incendio alla prestigiosa dimora e' stato appiccato nel locale dove si riunivano le commissioni Urbanistica ed Edilizia. Le indagini dei carabinieri sono coperte dal piu' stretto riserbo. Dell' attacco vandalico sferrato a Villa Tittoni si sta occupando direttamente il prefetto di Milano, Giacomo Rossano, che per questa mattina ha indetto un vertice con le forze dell' ordine e il sindaco di Desio, Pietruccio Rampi. A trentasei ore dal rogo, il Salone delle Colonne, su cui sono crollati i tre piani sovrastanti, e' ridotto a una voragine nera. Per terra c' e' ancora un metro e mezzo di macerie che le ruspe e varie squadre di operai continuano a sgomberare. L' odore di bruciato prende alla gola, ma gia' si pensa a come tamponare il disastro. Arriva il professor Fabrizio De Miranda, docente al Politecnico di Milano: "Nel giro di una quindicina di giorni effettueremo tutti gli interventi per assicurare stabilita' ai muri danneggiati e ripristinare la parte di tetto "cotta" dalle fiamme". Per scongiurare il rischio di ulteriori cedimenti, tra un piano e l' altro saranno issate delle impalcature metalliche. Secondo una stima ancora approssimativa, l' entita' dei danni ammonta ad almeno 8 miliardi: "Non escludo che per la ricostruzione chiederemo aiuto al ministero dei Beni culturali", anticipa l' assessore Biagio La Spada, responsabile dei Lavori pubblici, con il volto segnato da due notti insonni. Da domenica mattina i cancelli della residenza piermariniana, presidiati da carabinieri e vigili urbani, sono meta di un pellegrinaggio di centinaia di cittadini. Molti hanno le lacrime agli occhi. I commenti piu' ricorrenti? "Desio e' diventata come Reggio Calabria", oppure "Qui c' e' d' aver paura e basta", e ancora: "Guardate in che mani siamo finiti". Ieri la giunta, in crisi dallo scorso 15 settembre, ha fatto tappezzare i muri di manifesti. Poche frasi in cui si denuncia "il barbaro attentato" e si esorta la cittadinanza "a reagire con fermezza e unita' contro questa intimidazione". Stasera, alle 21, si terra' una seduta straordinaria di consiglio aperta a tutti. Desio e' dunque diventata una citta' "a rischio". Il sindaco Pietruccio Rampi, giunto al suo quarto incarico, ammette: "Dopo quel che e' successo mi sento meno tranquillo e come me tutti i colleghi". Chi puo' aver avuto interesse a distruggere un patrimonio artistico di cosi' grande valore? "E una domanda a cui non so rispondere. Posso solo dire che se i soccorsi non fossero stati tempestivi, oggi la Villa non esisterebbe piu' ". Quali misure intende adottare per far fronte ad una criminalita' sempre piu' spavalda? "Prima voglio parlare con il prefetto e col capitano dei carabinieri, Sergio Di Giovanni. Poi vedremo. Certo che i possibili obiettivi da difendere sono tanti: oltre alla Villa, ci sono il municipio, il "Palabancodesio", le scuole. Ormai l' abbiamo capito, c' e' gente disposta a tutto". Pochi i politici disposti ad analizzare quanto accaduto. Ci prova Tiziano Garbo, neosegretario dc: "Si tratta di minacce, di avvertimenti fatti da chi aveva ricevuto promesse poi disattese". Piu' o meno identica l' ipotesi sostenuta da Maria Rosa Mariani dei Verdi: "I mandanti vanno cercati tra chi si e' visto sfumare promesse di natura urbanistica".
Da 17 anni le varie amministrazioni non riescono a condurre in porto il piano regolatore. Ed e' proprio sui giganteschi interessi che ruotano attorno all' urbanistica che potrebbero celarsi gli intrecci tra mafia e affari. Un' ipotesi realistica: l' incendio alla prestigiosa dimora e' stato appiccato nel locale dove si riunivano le commissioni Urbanistica ed Edilizia. Le indagini dei carabinieri sono coperte dal piu' stretto riserbo. Dell' attacco vandalico sferrato a Villa Tittoni si sta occupando direttamente il prefetto di Milano, Giacomo Rossano, che per questa mattina ha indetto un vertice con le forze dell' ordine e il sindaco di Desio, Pietruccio Rampi. A trentasei ore dal rogo, il Salone delle Colonne, su cui sono crollati i tre piani sovrastanti, e' ridotto a una voragine nera. Per terra c' e' ancora un metro e mezzo di macerie che le ruspe e varie squadre di operai continuano a sgomberare. L' odore di bruciato prende alla gola, ma gia' si pensa a come tamponare il disastro. Arriva il professor Fabrizio De Miranda, docente al Politecnico di Milano: "Nel giro di una quindicina di giorni effettueremo tutti gli interventi per assicurare stabilita' ai muri danneggiati e ripristinare la parte di tetto "cotta" dalle fiamme". Per scongiurare il rischio di ulteriori cedimenti, tra un piano e l' altro saranno issate delle impalcature metalliche. Secondo una stima ancora approssimativa, l' entita' dei danni ammonta ad almeno 8 miliardi: "Non escludo che per la ricostruzione chiederemo aiuto al ministero dei Beni culturali", anticipa l' assessore Biagio La Spada, responsabile dei Lavori pubblici, con il volto segnato da due notti insonni. Da domenica mattina i cancelli della residenza piermariniana, presidiati da carabinieri e vigili urbani, sono meta di un pellegrinaggio di centinaia di cittadini. Molti hanno le lacrime agli occhi. I commenti piu' ricorrenti? "Desio e' diventata come Reggio Calabria", oppure "Qui c' e' d' aver paura e basta", e ancora: "Guardate in che mani siamo finiti". Ieri la giunta, in crisi dallo scorso 15 settembre, ha fatto tappezzare i muri di manifesti. Poche frasi in cui si denuncia "il barbaro attentato" e si esorta la cittadinanza "a reagire con fermezza e unita' contro questa intimidazione". Stasera, alle 21, si terra' una seduta straordinaria di consiglio aperta a tutti. Desio e' dunque diventata una citta' "a rischio". Il sindaco Pietruccio Rampi, giunto al suo quarto incarico, ammette: "Dopo quel che e' successo mi sento meno tranquillo e come me tutti i colleghi". Chi puo' aver avuto interesse a distruggere un patrimonio artistico di cosi' grande valore? "E una domanda a cui non so rispondere. Posso solo dire che se i soccorsi non fossero stati tempestivi, oggi la Villa non esisterebbe piu' ". Quali misure intende adottare per far fronte ad una criminalita' sempre piu' spavalda? "Prima voglio parlare con il prefetto e col capitano dei carabinieri, Sergio Di Giovanni. Poi vedremo. Certo che i possibili obiettivi da difendere sono tanti: oltre alla Villa, ci sono il municipio, il "Palabancodesio", le scuole. Ormai l' abbiamo capito, c' e' gente disposta a tutto". Pochi i politici disposti ad analizzare quanto accaduto. Ci prova Tiziano Garbo, neosegretario dc: "Si tratta di minacce, di avvertimenti fatti da chi aveva ricevuto promesse poi disattese". Piu' o meno identica l' ipotesi sostenuta da Maria Rosa Mariani dei Verdi: "I mandanti vanno cercati tra chi si e' visto sfumare promesse di natura urbanistica".
Magni Viviana